Nel condominio dove sono cresciuto lavorava un sarto. Elegante, gentile, sempre sorridente, un vero signore. Gli adulti parlavano tra di loro e a me piaceva osservarlo mentre gesticolava con i suoi strumenti di lavoro. Il metro giallo, le grandi forbici, una riga di legno e quel gessetto bianco, piatto, liscio, con il quale tracciava linee sicure sulle stoffe per creare i suoi abiti su misura. Quanta passione!
Un architetto è come un sarto: disegna e progetta spazi unici, su misura di chi li dovrà abitare.
Come questa casa, immersa nella campagna abruzzese, tra antichi ulivi e dolci pendii, progettata pensando alle esigenze di una giovane famiglia. Un luogo d’incontro tra lo spazio esterno e quello domestico, tra la natura e le persone. Un solo piano, in cui tutti gli ambienti sono rivolti a sud, dove lo sguardo attraversa i campi coltivati fino ad incontrare le cime della Majella. Le ampie vetrate del soggiorno e il pozzo di luce della zona notte portano in casa tutti i colori delle stagioni e invitano a guardare oltre. Intonaco bianco, mattoni e legno; i materiali della tradizione dialogano tra loro attraverso forme geometriche semplici ma decise.